facebook   instagram

Processo creativo

"I manifesti di Federico Seneca, notissimi, sono entrati a far parte della vita quotidiana di diverse generazioni in tutta Europa, ma altrettanta fama non ha ottenuto il loro autore schivo e modesto".

 Francesco Milesi, curatore del "Catalogo della mostra FEDERICO SENECA", Fano, 1998

Molto particolare è il processo creativo che portava Seneca alla realizzazione delle sue opere. Non lasciava nulla al caso, studiava attentamente i volumi, il rapporto del vuoto col pieno, alla ricerca della forma estetica e stilistica a cui voleva arrivare. Seneca partiva per l'ideazione delle sue opere da una base in legno, con al centro un elemento, sostegno di una creazione in fil di ferro su cui veniva poi modellata la figura in plastilina. Questo processso creativo avveniva al di sotto di una potente fonte di luce, che dava subito l'idea del rapporto luce-ombra che si delineava. Da qui otteneva una scultura in gesso su cui studiava il rapporto volumetrico, con particolare attenzione ai vuoti-pieni, al rapporto luce-ombra e solo quando si riteneva soddisfatto passava poi al segno grafico vero e proprio. La scritta che accompagnava il segno grafico a volte poi diventava un'icona, come per i "Baci" della Perugina o il segno grafico definiva un intero manifesto, come nel caso del manifesto "Cinzano Soda" del 1951, dove due semplici tratti identificano una figura intera nell'atto di bere. Dino Villani, critico d'arte e contemporaneo di Federico Seneca, ricorda: "per studiare gli atteggiamenti e rendere la forma stilizzata, Seneca mi disse che in un primo tempo modellava le figure con un grosso fil di ferro, mentre trovò poi più adatto ed efficace renderle in plastilina: anche perché così facendo poteva fare delle prove di colore".

Inizialmente Federico Seneca si rapporta con la tradizione accademica, come raccontano i suoi primi manifesti, come "La Perugina – Cioccolato" del 1920. Successivamente si avvicina agli ambienti europei nella secondo metà degli anni Venti del Novecento. Importante è il suo contatto con la corrente futurista, che si ritrova nei manifesti della Coppa Perugina, dal 1924 in avanti, dove il colore si sfilaccia, come stemperato e tagliato dal vento e dalla velocità.

Il periodo futurista di Seneca è sottolineato anche da una dedica che Filippo Tommaso Marinetti, grande artista e ideologo del Futurismo appunta sul registro delle visite alla ditta Perugina nel 1928:

"Bravo, Seneca magnifico futurista del Cartello – Reclamè! F.T. Marinetti"

facebook